Lo studio su Nocera Umbra è stato è finalizzato alla valutazione delle trasformazioni indotte dal
sisma del 1997 sulla struttura urbana e alla definizione di metodi di prevenzione sismica per mezzo
di categorie conoscitive e operative dell’urbanistica.
La ricerca si è sviluppata secondo tre filoni principali: Studi per il centro urbano, dove la struttura
urbana minima e la vulnerabilità urbana, in stretta relazione tra loro, costituiscono le categorie
principali di riferimento necessarie per individuare sistemi e ambiti urbani contraddistinti da
maggiore criticità relativa; studi storici, che hanno consentito di definire i processi di strutturazione
del territorio e del centro urbano, individuando le diverse trasformazioni subite dagli aggregati
edilizi come parametro ulteriore per la definizione della loro vulnerabilità sismica; studi territoriali
necessari per indagare le relazioni tra centro capoluogo, nuclei insediati e contesto territoriale.
Con questo obiettivo è stata definita la “Struttura territoriale minima”, armatura fisico-funzionale e
di risorse a scala vasta da mantenere per la ripresa post-sisma, individuando criticità e “ambiti di
attenzione” dove concentrare le politiche di prevenzione.
La valutazione di vulnerabilità urbana è impostata per ottenere una valutazione speditiva sulla base
di dati di facile accesso ed è stata verificata tramite l’analisi della corrispondenza tra valutazioni
teoriche parametriche ottenute in via preliminare e la situazione riscontrata nella fase post-sisma.
La ricerca si basa su di una stretta interazione tra valutazioni di vulnerabilità urbana e individuazione
della struttura urbana minima.
Mentre le valutazioni di vulnerabilità conducono ad orientare politiche e pratiche diffuse di intervento (in prevalenza interventi privati da promuovere tramite regole e incentivi), l’individuazione della struttura urbana minima consente di definire interventi
prioritari e integrati basati su una cooperazione pubblico-privato. Il metodo sperimentato permette di
individuare diversi livelli relativi di vulnerabilità urbana, utili per orientare i processi di pianificazione
in una fase preliminare e ad una scala intermedia (tessuti o parti di città) definendo azioni e criteri
generali di intervento.
La ricerca è pubblicata su Urbanistica Quaderni n. 44, 2004